Itinerario Alla Valle

  • PARTENZA: Piazza Mercandelli
  • ARRIVO: Piazza Mercandelli
  • FONDO: asfalto, ghiaia, bosco
  • LUNGHEZZA: 6 Km
  • TEMPO: 00:45
  • DISLIVELLO: 15 m

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Pista dei Tedeschi

Pista e paraschegge utilizzati per l'occultamento e il decentramento degli aerei della Luftwaffe

Immersa nella brughiera della Malpensa, vi è un’area compresa tra i comuni di Somma Lombardo, a nord, e di Lonate Pozzolo, a sud, che fu oggetto di interesse militare fin dalla prima metà del XIX secolo quando venne adibita a campo di esercitazioni, prima da parte dell’esercito austriaco e poi da parte dell’esercito regio italiano. L’antica Cascina Malpensa, che da il nome alla brughiera, all’inizio del ‘900 venne utilizzata come base del Reggimento Savoia Cavalleria in occasione delle manovre di addestramento programmate in loco, poi dal maggio 1910 ospitò i fratelli Caproni e i loro primi velivoli. Dopo pochi mesi l’esercito scelse l’area della Malpensa come base della scuola di pilotaggio della regia areonautica e l’ing. Caproni dovette quindi cercare una nuova sede, trovata poi poco più a sud, presso Vizzola Ticino, e creando così l’azienda Caproni Vizzola, oggi sede di Volandia – Parco e Museo del Volo. L’attività addestrativa iniziata con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, proseguì anche nel dopoguerra. Nel 1927 l’aeroporto intitolato a Luigi Bailo, divenne una delle sedi della scuola da bombardamento terrestre. La funzione di campo scuola venne mantenuta per tutti gli anni ‘30 e anche durante il periodo bellico scoppiato nel ‘40. Dopo l’alleanza italo-tedesca, le SS prendono possesso dell’isediamento areonautico e l’Organisation Todt effettuò quindi significativi interventi sulla pista di Malpensa, che venne cementata e nella brughiera circostante, in particolare quella che si raccordava a sud con il vicino aeroporto del Campo della Promessa a Lonate Pozzolo, si riempì di nuovi tracciati e di paraschegge trasformando il territorio in una estesa area di occultamento e di decentramento per i velivoli della Luftwaffe e dell’Areonautica Nazionale Repubblicana. La fine della guerra non comportò la fine delle attività di volo a Malpensa. La grande pista cementata dai tedeschi divenne il fulcro dell’attuale aeroporto civile, inaugurato nel novembre 1948. Oggi in località Case Nuove, si può ancora individuare la storica Cascina Malpensa, gestita dall’Aeronautica Militare e purtroppo non visitabile. Nella brughiera circostante, in località San Giorgio, la larga strada cementata che collega la periferia di Casorate Sempione con il centro ippico di Somma Lombardo è in realtà una delle piste di raccordo, chiamata in loco “Pista dei Tedeschi”. Una seconda pista, più stretta ma meglio conservata, corre perpendicolarmente alla prima e conduce fin quasi in località Case Nuove. Altre piste e piazzole paraschegge sono visibili lungo i 3050 metri della strada ciclo-pedonale Via Gaggio. Qui si possono individuare complessivamente almeno dieci paraschegge in terra e numerose piste in cemento che si adentrano nella brughiera, oltre a numerosi resti bellici quali una cucina da campo tedesca, una colonna in stile littorio e numerosissimi frammenti di bombe e proiettili. Rimasta di proprietà dell’esercito e pressochè in abbandono fino agli inizi degli anni ‘90, a partire dal 1993 grazie all’opera di Ambrogio Milani, privato cittadino di Lonate Pozzolo e a un gruppo di volontari, con il contributo di Legambiente e del Comune, Via Gaggio è ritornata nuovamente accessibile ai civili come percorso ciclopedonale. Il gruppo di volontari continua tutt’oggi l’opera di restaurazione e manteninemto della strada e dei boschi circostanti.

 

Stazione Geodetica

Monumento situato in un dei tre punti utilizzati alla fine del 1700 per misurare e disegnare la cartografia del territorio

La cartografia topografica è da sempre uno strumento importante per determinare i confini e le proprietà, definire questioni legate all’economia o altro. Una mappatura del territorio estremamente precisa era quindi essenziale, ma purtroppo fino agli inizi del ‘700 sia le stumentazioni di misurazione, sia i cartografi e topografi dell’epoca, più che produrre mappe precise, producevano mappe con pesanti errori. Il territorio Sommese all’epoca era sotto l’Impero Austriaco, che volle la realizzazione di una mappa fedele dei territori del Milanese e del Mantovano. Nel 1718 un’apposita commissione di studio nominata da Carlo VI, fu incaricata di creare e avviare un nuovo sistena censuario e per salvaguardare la neutralità e l’oggettività dei dati vennero inaricati funzionari di origine non milanese, che quindi non avessero alcun legame col territorio. I rilievi furono in gran parte realizzati tra gli anni 1722 e 1723, ma il complesso lavoro di elaborazione grafica delle mappe e di formazione e correlazione dei registri immobiliari, posticiparono enormemente l’entrata in vigore del catasto al 1760, sotto il governo dell’Imperatrice Maria Teresa d’Asburgo. Nasce così il Catasto Teresiano, una monumentale opera di censimento di tutte le proprietà (terreni ed edifici) del Ducato di Milano. La mappatura del territorio venne realizzata secondo metodi scientifici di triangolazione, che fu una vera e propria pietra miliare nella storia della cartografia. Ma le innovazioni per mappare in modo sempre più sempre preciso il territorio, non cessarono. Nel 1773 il principe Von Kaunitz, Cancelliere di “Corte e Stato” a Vienna, la capitale dell’Impero Austriaco, decise di perfezionare ulteriormente, oltre a quanto già fatto in passato, le carte topografiche dei territori italiani dell’impero, milanesi e mantovani. Questo comportò un nuovo e più moderno lavoro scientifico da parte dei topografi. Furono incaricati tre illustri personaggi gesuiti: Barnaba Oriani, An gelo de Cesaris e Francesco Reggio, i quali operarono sia sul campo, sia presso l’osservatorio astronomico di Brera a Milano. I tre topografi effettuarono un lungo viaggio per l’Europa, con l’intento di raccogliere le informazioni sui più moderni sistemi di misurazione e mappatura del territorio. Rientrati in Italia, intrappresero una campagna di mappatura tra i borghi di Lonate, Somma e Ferno. Vennero individuati tre riferimenti precisi, quali caposaldi per iniziare una triangolazione che grazie alla trigonometria, avrebbero permesso di rendere esattamente misurabile tutta la superficie del territorio Lombardo. Il 17 maggio 1788 i tre inizaiarono le fasi di misurazione. Il primo punto scelto fù il campanile della chiesa di Nosate, da qui pensarono di puntare verso il campanile della basilica di Somma, ma a causa della vegetazione non fù possibile vederlo e quindi i tre scelsero di puntare sull’abside della chiesa di S. Stefano a Mezzana. Su questa linea immaginaria che collegava il campanile di Nosate con l’abside di Mezzana, furono innalzati dei pali di riferimento (10 pali posizionati ogni 2/3 di miglio grazie all’utilizzo di un teodolite di fabbricazione inglese), iniziando in questo modo per la prima volta ad utilizzare una misurazione notevolmente precisa e scientifica del territorio. Il teorema di riferimento che i tre topografi utilizzarono come base della propria attività è il seguente: “In un un triangolo qualsiasi, dato un lato e la misura dei due angoli adiacenti, è possibile ricavare la misura degli altri due lati”. Applicando questo teorema riuscirono a misurare con la massima precisione il riferimento della base nella brughiera sommese. Nella relazione finale, scritta dai tre topografi a conclusione del lavoro si legge: “al termine della base si costruì fino a fiore di terra un pilasto, che porta scolpito in ottone il punto di limite avuta la cautela di lasciare per ogni evento un altro segnale nascosto… Gli estremi della base ed i campanili di Busto, Soma e di Nossate e di altri luoghi si legarono vicendevolmente determinandone gli angoli. Con che si cominciò l’altra parte dell’operazione geografica formata dalla serie dei triangoli da estendersi a tutto lo stato.” Nel 1833, il Governo Austriaco decise di porre alle estremità della base una piramide monumentale  di granito il cui vertice corrispondesse ai due punti trigonometrici, ed è quello ancor oggi conservato e visibile. Vennero erette altre due piramidi, in altri due punti sul territorio: la piramide meridionale a Lonate, dove sorse poi il campo volo militare Della Promessa e la piramide centrale, situata dove oggi sorge l’areoporto civile di Malpensa. Oggi entrambe non sono più esistenti. La misurazione con strumenti satellitari che venne effettuata nel dopoguerra, riscontrò che i topografi di Brera fecero un errore di soli 34 centimetri. La Stazione Geodetica è oggi un monumento al nostro territorio e a tutta la comunità scientifica cartografica, posto a testimonianza di quel che fù un grande processo d’innovazione.

Cavalcavia dell'ipposidra

Rimanenza della ferrovia ipposidra realizzata per il trasporto di imbarcazioni tra Sesto Calende e Tornavento

Il fiume Ticino è da sempre una via fluviale estremamente importante per il trasporto di persone ma sopratutto di merci. Fin dalle epoche più remote è stato un fieme strategicamente importante, per unire i territori d’oltralpe con la Pianura Padana, il Nord Europa con il Mediterraneo.Basti pensare agli importanti traffici commerciali che i Celti Insubri, più di duemila anni fa, avevano già instaurato con i commercianti Etruschi e con i Celti d’oltralpe. Quella della cultura del fiume è una tradizione che è rimasta radicata per millenni in queste zone, le barche hanno continuato a scendere e risalire il corso del Ticino ogni giorno, seppur con tutte le difficoltà nel dover affrontale le rapide nel tratto che scorre tra Tornavento e Sesto Calende. Ma nella seconda metà dell’800, Carlo Cattaneo apprezzato scrittore e fine politologo, ma anche studioso dei trasporti e geniale progettista, decise di analizzare e studiare il problema della risalita delle barche verso Sesto Calende e le problematiche legate proprio al superamento delle rapide del fiume che rendevano pericolosa e ardua la navigazione. Cattaneo ideò quindi il progetto di una ferrovia che partendo dal porto di Tornavento permettesse alle barche di “risalire il fiume via terra” e giungere fino al porto di Sesto Calende. L’iniziativa fu poi ideata grazie anche alla partecipazione di Giovan Battista Frattini e di Francesco Besozzi, e fu avviata con la costituzione della Società della Ferrata nel 1846. La nuova ferrovia avrebbe permesso alle barche di risalire via terra quel tratto di fiume, in meno di mezza giornata, permettendo su larga scala di connettere l’Adriatico alla Svizzera. La costruzione della Ferrovia Ipossidra cominciò nel 1851, grazie al finanziamento economico del Governo Austriaco (in quanto territorio del glorioso Regno Lombardo-Veneto, stato indipendente dell’Impero Austungarico) e del banchiere svizzero Giacomo Mirabaud. I lavori durarono 7 anni, culminando nel 1858, anno di inaugurazione.  La ferrovia impiegava due tipologie di carri: 28 carri a 8 ruote e 6 carri a 4 ruote, trainati grazie alla disponibilità di un centinaio di cavalli. Le barche giungevano a Tornavento, venivano caricate sui carri e poi trainate per 17 chilometri nella brighiera, per poi essere calate nuovamente in acqua, grazie a una piattaforma mobile lunga trenta metri, azionata da una ruota ad acqua, presso Sesto Calende. Questa grandiosa opera, purtroppo rimase in esercizio solamente sette anni. Litigi interni alla Società e l’arrivo nel 1865 della ferrovia con treni a vapore Milano-Sesto, ne decretarono il fallimento e lo smantellamento. Oggi dell’Ipossidra resta solo la memoria e alcuni tratti difficilmente individuabili, ricoperti da vegetazione, tra cui i ponti tra Somma, Sesona e Golasecca e alcuni paracarri in granito con la sigla S.F., Società della Ferrata.

Cascina visconti

Cascina Visconti

Antica cascina che fù di prorpietà dei Visconti di San Vito

Storica cascina situata nel comune di Somma Lombardo, in località Valle (Campagna Grande), al confine con Casorate Sempione, a ridosso del Monte Visconti. Anticamente di proprietà dei Visconti di San Vito, nobile famiglia che governava e amministrava tutto il territorio circostante e che aveva la residenza principale presso l’omonimo Castello sito nel borgo di Somma. 

Campagna Grande

Paesaggio agricolo e punto panoramico sulla vallata e la catena del Monte Rosa

Chiamata anche semplicemente Valle, la Campagna Grande si estende dai campi e prati a valle del Monte Visconti, fino alla Brughiera della Malpensa. Questa zona interamente coltivata nei secoli scorsi, oggi è per la maggior parte della superficie ricoperta da bosco. Ricca di attestazioni archeologiche, nel tempo ha restitutito tantissime testimonianze di frequentazione da parte dell’uomo tra l’età del Bronzo e la prima età del Ferro, come le sepolture a tumulo in località Belcora e la vasta necropoli del protogolasecca a Case Nuove. Nella Campagna Grande si trova anche la Stazione Geodetica, un monumento al nostro territorio e a tutta la comunità scientifica cartografica, posto a testimonianza di quel che fù il grande processo d’innovazione nel campo della mappatura topografica del territorio effettuata nel 1788 e le più recenti testimonianze storiche delle “Piste dei Tedeschi” realizzate durante la Seconda Guerra Mondiale.